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L’Alhambra di Granada

La Alhambra

L’Alhambra è un complesso architettonico protetto da mura proprie (in arabo medina), all’esterno di quelle della città di Granada. Il nome di questo monumento sembra derivare proprio dal colore rosaceo delle sue mura, infatti in arabo il suo nome significa “fortezza rossa”. Inoltre, la sua costruzione venne iniziata dal sultano Muhammad ibn Nasr, chiamato Al-Ahmar, “il Rosso”, per il colore della sua barba.

Al Ahmar fu il fondatore della dinastia nasride, si istallò nel palazzo reale nella zona dell’Albaizín nel XIII secolo e, sui resti di antiche edificazioni che sorgevano sul colle della Sabika, ordinò (secondo gli storici, nel 1238, ma solo dopo molti anni vennero terminati tutti i palazzi che la costituiscono e la fortificazione) la costruzione della città murata che tutt’oggi possiamo vedere. L’Alhambra diventò quindi la residenza del sultano e della sua corte e Granada fu capitale del regno nasride fino alla reconquista della penisola iberica da parte del regno cattolico, avvenuta verso la fine del XV secolo.

Dal momento della conquista della città di Granada i re cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, il cui matrimonio servì a fondere i regni di Castiglia e Aragona e quindi a rendere possibile la reconquista cristiana, trasferirono la sede della loro corte alla fortezza dell’Alhambra.

Lo stile architettonico e decorativo arabo che la rappresenta venne conservato grazie a importanti restaurazioni effettuate nel corso del secoli del regno cattolico, che hanno tenuto in considerazione l’impostazione originale del complesso storico.

Tra la prima metà del XVIII secolo e del XIX, con il trasferimento della corte e la successiva occupazione napoleonica, l’Alhambra fu abbandonata e, per fortuna solo in parte, distrutta, nonostante l’interesse destato in coloro che l’hanno ammirata nel corso dei secoli, per la sua particolare monumentalità e l’aria romantica che evoca. Per difenderla, dal 1870 la casa reale spagnola la cedette allo Stato e viene dichiarata “monumento nacional”, monumento nazionale. L’Alhambra riceve milioni di visite all’anno, si consiglia quindi di prenotare i biglietti con molto anticipo.

La Alhambra è costituita da diverse edificazioni situate all’interno della muraglia. Normalmente si accede al recinto attraversando la Porta de las Granadas, costruita nel 1536 con un’impronta rinascimentale come entrata principale della fortezza, sostituendo una porta islamica precedente, i cui resti sono ancora visibili. Vi sono altre 4 porte, 2 verso nord e due verso sud. Una delle parti piú antiche è l’Alcazaba, il castello all’interno delle mura dell’Alhambra, che svolgeva inizialmente la funzione di residenza del sultano e delle persone che stavano al suo servizio, e poteva sussistere indipendentemente dall’esterno. Allo stesso tempo, la sua posizione elevata e le torri che lo compongono garantivano il controllo delle zone circostanti, offrendo protezione da eventuali attacchi. I Palazzi Nasridi, o Palacios Nasridi, sono 3 palazzi costruiti in epoche diverse: il Palacio de Mexuar, il piú antico, probabilmente era la sala dove si riunivano i ministri e il sultano amministrava la giustizia; il Palacio de Comares, formato da un patio, un cortile centrale, e sale con diverse funzioni ai lati, era la residenza del sultano, ma anche dove vi era la sala del trono; il Palacio de los Leones, famoso perchè, con la sua fontana, rappresenta l’apice artistico e architettonico della dinastia nasride.

Il Generalife era un terreno esteso a cui si accedeva dall’Alhambra, diviso in giardini ornamentali, orti e pascoli, il palazzo fu costruito tra il XII e il XIII secolo dai re musulmani come luogo di riposo.

Il percorso turistico all’interno dell’Alhambra dura circa 3 ore, pertanto si consiglia di organizzare la propria visita prima di entrare e di seguire attentamente i cartelli informativi lungo il percorso. Inoltre è consigliato, vista la durata della visita e dell’estensione del recinto, l’uso di scarpe comode, di proteggersi dal sole e di riposare nelle apposite aree.

 

Fonte: don Quijote Italia